Questa master class è la sintesi di un percorso che ha visto Francesco precursore nell’intuire le potenzialità espressive di questo strumento, non solo un ruolo di strumento sostenitore del canto, ma in grado di proporre un repertorio solistico che può affermare la propria originalità.
Egli infatti trae ispirazione dalla tradizione ma sulla quale non si adagia, cercando invece di sviluppare trame e temi musicali che collocano la battente su una scena contemporanea.
Per far questo, Francesco ha elaborato delle profonde innovazioni sul suo strumento, innovazioni delle tecniche esecutive e compositive, proponendolo come possibile riferimento di nuove composizioni contemporanee che sfruttino il fascino arcano di questo nobile strumento musicale.
Cenni storici sulla Chitarra Battente
Nonostante le prime tracce della chitarra battente siano presenti, a partire dal 1500, su tutto il territorio nazionale, fu solo grazie alle popolazioni del Centro e del Sud che questo strumento riuscì a sopravvivere nel tempo e a mantenere il proprio ruolo sociale. La chitarra battente, infatti, fu adottata dal mondo contadino come strumento di accompagnamento al canto tradizionale.
I primi modelli di chitarra battente
I primi modelli erano caratterizzati da una manifattura artigianale di spessore nonchè di Intarsi, raffigurazioni ed altri elementi che ne denotavano l’indubbia origine colta. Esempi, in tal senso, sono le chitarre dei fratelli Matteo e Giorgio Sellas, in esposizione presso il museo Ashmolean di Oxford e il museo Fitzwilliam di Cambridge. A fine Ottocento, tuttavia, questo strumento ha attraversato un periodo di “impoverimento” causato dal peggioramento delle condizioni economiche e sociali del Sud Italia. La manifattura e i materiali utilizzati risultavano, infatti, di scarsa qualità.
I liutai
A ridare lustro a questo strumento è stato il lavoro della famiglia De Bonis (Bisignano, Cs) ed in particolare di Nicola e Vincenzo che, a partire dal 1950, hanno riproposto un modello di chitarra battente d’autore. Una tradizione che prosegue oggi grazie all’impegno di svariati liutai del sud italia, tra questi la Liuteria “Oliver Guitar Lab” di Scilla che ad oggi si contraddistingue per le produzioni di spessore contemporaneo.
Di seguito si parlerà di:
Origine dello strumento
Etimologia del nome
L’accordatura
Postura
Analisi armonica e melodica
Approccio base sulle tecniche della mano dx
Approccio base sulle tecniche della mano sx
Cenni teorici
Le corde della chitarra Battente sono dieci, o meglio 5 corde doppie. Si trovano configurazioni con 5 corde (4 + scordino) e 15 (3+3+3+3+3). Le corde sono metalliche e di spessore pressochè uguale (0,09 – 0,11) e regolate su tensioni diverse per ottenere la seguente accordatura:
Accordatura della chitarra battente a 5 corde doppie.
MI (cantino)
SI
SOL
RE ( accordata un ottava sopra rispetto alla chitarra francese)
LA ( accordata un ottava sopra rispetto alla chitarra francese)
Tutte le corde si ritrovano nell’ambito della stessa ottava producendo un suggestivo effetto cluster.
Metodo base per lo studio della chitarra battente

Metodo avanzato per chitarra battente

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